mercoledì 14 maggio 2008

SOGNI e BI-SOGNI riflessioni

Abbiamo girato con le telecamere i due quartieri Cirenaica e Navile in giornate festive, perlopiù di domenica e “affrancate” dal gruppo Nodi di Vita che ha portato nei quartieri sempre una ventata di con-fusione e interesse soprattutto per la rottura del silenzio che avvolge i condomini e le case di domenica . I cortili della Cirenaica sono una realtà unica, set straordinari per lo svolgersi della rappresentazione della vita quotidiana: panni stesi sui fili ad asciugare, bambini seduti sui gradini delle case al sole con le mamme alle finestre, vecchi che dai terrazzi aspettano l’ora di pranzo e altri che, frettolosi e poco disponibili al dialogo, rientrano frettolosamente nei loro appartamenti.
E’ un quartiere fatto di case bellissime e altre abbandonate a sé stesse e al tempo che trascorre. La gente, almeno quella che abbiamo fermato per strada, non è particolarmente spaventata, ma rileva il bisogno e la necessità di più sicurezza stradale e civica, pulizia e meno violenza ma anche e soprattutto il desiderio d’eventi in quartiere che possano catalizzare l’incontro tra le persone: musica, balli, intrattenimenti per bambini, giovani e anziani insieme.
Bisogni e desideri che accomunano i quartieri di Bologna, dove insieme alle “botteghe del barbiere, della merciaia e del verduraio”, sono spariti anche i centri d’aggregazione, sostituiti dai non-luoghi, così come sono stati definiti i grandi centri commerciali periferici.
Tutto finto: le piazze, le luci e i bisogni. E la comunicazione negata. Fondamentalmente tutto sembra concentrarsi su questo bisogno: spezzare l’isolamento. Esemplare l’intervista ad un uomo sui settant’anni che si è fermato a parlare per raccontare com’era Bologna quando lui era giovane, una città meravigliosa per vivere: più accogliente, più livellata socialmente, non c’erano divisioni in classi sociali, “ci si divertiva tutti insieme, chi arrivava in bicicletta, chi in Lamborghini ma la cosa importante era stare insieme e divertirsi, una città accogliente la cui fama superava i confini nazionali”. La Cirenaica, una delle zone più popolari e popolose di Bologna, viene definita oggi “dormitorio”, dopo le otto di sera non c’è nessuno, i ragazzi girano per le strade deserte di un quartiere che si richiude su sè stesso. Nessuno evidenzia in Cirenaica particolari problemi con gli extracomunitari, anche se la presenza è importante.
In via Agucchi, dove siamo state meno presenti, il problema del vandalismo e dell’isolamento è altrettanto evidenziato dalle persone che abbiamo incontrato.
Gli anziani vivono isolati nelle case e solo le feste nei centri sociali, con le tombole e i balli, li portano fuori e disponibili all’incontro. Una zona poco servita non solo dai trasporti, ma anche dai negozi, da centri e ambulatori sanitari.
E poi, cosa non trascurabile, ci sono i bisogni fisici degli anziani, se “nel parco non c’è un bagno e la fontana, come fa un anziano che ogni due ore deve andare in bagno? Non fa in tempo ad arrivare che deve tornare a casa”.
Atti vandalici hanno distrutto la casetta del parco dove gli anziani organizzavano mangiate di crescentine, avevano il loro bagno con il lavandino e punto di riferimento per molti, di cui ora non rimane che una struttura fantasma di quattro piloni e una tettoia. “Perché tutta questa distruzione? Questo bisogno di spaccare tutto? Io non lo capisco” ci racconta una signora al centro.
I sogni che il Gruppo di Nodi di Vita ha raccolto al centro sociale Pescarola sottolinea infatti ancora il bisogno degli anziani “di poter parlare, di trasmettere le esperienze, il bisogno di spezzare la solitudine della quotidianeità, con il gioco e il ballo” proprio per non rimanere isolati e sentirsi ancora utili.
Alla base di tutto c’è il rispetto, perché se io ti saluto è per augurarti una buona giornata e tu non rispondi, perché? E non parlo dei giovani, perché ce n’è di buoni e di meno buoni, parlo anche di quelli della mia età, se io sono sola e ti saluto e tu non rispondi, perché?

antores

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