giovedì 5 giugno 2008

Dal Laboratorio di Teatro dell'Oppresso

Ciao!
Vorrei condividere il bel percorso che stiamo facendo con il laboratorio di teatro dell’oppresso e alcune riflessioni che sono emerse nel corso dei nostri incontri nella bella sala messa a disposizione dal condominio dove abitano Vittorio e Giuliana, spesso allietati da prelibatezze fatte da Giuliana!
Non tutti quelli che leggono sanno quindi spiego un po’ di cosa sto parlando: il laboratorio di Teatro dell’Oppresso ha l’obiettivo di elaborare un modello di Teatro Forum in cui viene messo in scena un problema/conflitto al fine di far emergere i diversi punti di vista, le contraddizioni, gli stereotipi, ma soprattutto al fine di far attivare e mettere in gioco chi guarda, il pubblico, invitandolo a mettere in atto concretamente idee e pensieri, sostituendo uno degli attori/personaggi in scena, chi assiste al Teatro forum è in questo senso un “spett-attore”.
Con il Teatro forum si potranno quindi assieme esplorare soluzioni, o meglio cambiamenti della situazione messa in scena e quindi anche della realtà quotidiana, poiché il Teatro dell’oppresso non mette in scena rappresentazioni fantastiche, storie inventate ne tratte da romanzi o opere, ma dà forma a reali bisogni, problemi che le persone nella vita quotidiana sperimentano, sono storie che nascono da vissuti.
Ecco perché nei nostri incontri siamo partiti dalle riflessioni scritte da Anotonella Restelli sulle interviste condotte durante il progetto e dai sogni raccolti nelle animazioni territoriali.
Partendo da lì ci siamo accorti, anche "leggendo tra le righe", che il punto principale che emerge, messo al centro dalle persone è la questione della sicurezza urbana o meglio della percezione dell’insicurezza e del sentimento di isolamento. Ci siamo quindi a lungo confrontati su questi temi, partendo da vissuti personali, da esperienze anche fatte dai conduttori del laboratorio in altri quartieri sempre attraverso il Teatro dell’Oppresso e dalle percezioni ed esperienze di chi vive in Cirenaica e Navile, e che partecipa al laboratorio, come Vittorio e Paola!
Vi riporto in modo sintetico i punti principali emersi nei nostri confronti e su cui sono ben accetti pensieri e riflessioni!!
- il problema dell’isolamento e la ricerca/assenza di socialità
- non luoghi come luoghi che fanno sentire le persone al sicuro
- la necessità di ri-appropriazione degli spazi nelle città
- spazio pubblico/privato
- la percezione della minaccia
- Rapporto vuoto/pieno e la sua influenza sulla percezione di insicurezza. Vivere in quartiere deserto dove di sera girano poche persone e quindi dove c’è silenzio per alcuni suscita un senso di sicurezza (di ordine) per altri invece al contrario può suscitare insicurezza e paura.
- come reagiamo di fronte a ciò che noi percepiamo come “a-normale” e come questo influisce sul senso di minaccia. Una persona che si mette ad urlare per strada spesso viene visto come folle e quindi come minaccia e quella che invece se ne sta in silenzio come “persona che sta al suo posto”. -Questo ci ha portato a riflettere sulla diversità come fenomeno che suscita nelle persone senso di minaccia e quindi di insicurezza.

Riporto per concludere la definizione che ci “ha regalato” Zanche (uno dei conduttori) di questa situazione: “ surrogati relazionali che appiattiscono le differenze”, traduzione: ricerca di via di fuga che evitano il contatto con gli altri…(mediate gente.. meditate… :))

E’ emerso che il filo rosso di tutte queste riflessioni è l’isolamento/ mancanza di relazioni. E’ la “questione-contenitore” di tutti gli altri aspetti e la domanda di fondo che quindi poniamo al pubblico con il teatro forum è: come spezzare l’isolamento?

Ci stiamo lavorando….
A presto!! e grazie a tutti i partecipanti per la bella esperienza che stiamo facendo!
giù

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